In greco, infatti, l’uso del participio è molto vario e può avere valore 1. Si ebbero dunque i seguenti passaggi: La -ν- si vocalizza in -α- specialmente quando ha funzione di desinenza. i dialetti greci occidentali, divisi a loro volta in: Il gruppo verde (Creta, Ionia occidentale zona Euboica, Ionia orientale zona di Chio e Teo), della parlata cretese, non aveva segni complementari, Il gruppo azzurro scuro (Doride meridionale, Sparta, la Messenia, l'Argolide, Corinto), utilizzava Φ Χ Ψ con valore rispettivo di "ph-ch-ps-ks", L'azzurro chiaro (Epiro, Etolia presso la Doride nord occidentale) utilizzava Φ Χ con valore di "ph-ch", e mancavano segni specifici per "ps - ks", per cui si utilizzavano segni come ΦΣ ΧΣ. endobj
Ha espressione desiderativa, può esprimere la potenzialità accompagnato dalla particella ἄν, nelle proposizioni dipendenti di reggenti a tempo storico, compare frequentemente il cosiddetto "ottativo obliquo"[22], che sostituisce gli altri modi finiti della subordinata, indicativo e congiuntivo, e per questo la sua negazione può essere οὐ oppure μή. La relazione fra temi temporali, tempo dell'azione, qualità (durata, momentaneità compiutezza dell'azione verbale) è alquanto articolata in greco, e porta alle estreme conseguenze la struttura originaria del verbo indoeuropeo. Riguarda le proposizioni infinitive e quelle dipendenti e indipendenti. Il congiunto concessivo è spesso preannunciato da μέντοι o accompagnato da congiunzioni, ha affinità con l'avversativo. La seconda declinazione comprende nomi maschili, femminili e neutri col tema in -o. I nomi della declinazione attica sono caratterizzati dal fatto che sulla forma della loro declinazione originaria, la seconda, inizialmente regolare, hanno influito le conseguenze del fenomeno della metatesi quantitativa e della sinizesi. Infinito e participio con ἄν: nelle proposizioni dipendenti espresso col participio o l'infinito, ἄν conferisce all'enunciato il valore della potenzialità o dell'irrealtà, come accade nelle indipendenti, quando la medesima particella è unita all'ottativo o all'indicativo dei tempi storici: Φίλιππος, Ποτίδαιαν δυνηθεὶς ἂν αὐτὸς ἔχειν, Ὀλυνθίοις ἀπέδωκεν (Filippo, che pure avrebbe potuto tenere per sé Potidea, la restituì agli abitanti di Olinto), Οὐκ ἄν μοι δοκεῖ τὸ τοιοῦτο συμβῆναι (Non mi pare, Con modi finiti, in unione a un modo finito, ὡς ha i valori di congiunzione subordinante, consecutivo = ὥστε (cosicché - si usa che per le completive e le finali). <>/XObject<>/ProcSet[/PDF/Text/ImageB/ImageC/ImageI] >>/MediaBox[ 0 0 419.52 595.32] /Contents 4 0 R/Group<>/Tabs/S>>
Il participio greco, in qualunque uso, mantiene sempre il suo valore di verbo e perciò regge lo stesso caso che regge il … L'infinito sostantivato è preceduto dalle preposizioni ὑπέρ, ἕνεκα τοῦ. Dizionario Greco Antico: il più grande e più completo dizionario greco antico e di mitologia greca consultabile gratuitamente on line!. In età posteriore la sibilante nei gruppi -σμ, σν- si è assimilata. Ciò è vero unicamente per il modo indicativo, non per gli altri modi del verbo greco, che indicano, per ogni tema temporale, solo la qualità dell'azione (la sua durata o compiutezza), e la sua modalità logica (reale, potenziale etc.). Il cosiddetto alfabeto "cipro-minoico" ha delle attestazioni che vanno dall'XI secolo sino al III secolo a.C., ha segni ripresi dalla Lineare A, usati poi nella B, con distinzione delle dentali, la scrittura è diversa, da destra verso sinistra, proseguendo in maniera bustrofedica, tuttavia non si ha ancora la distinzione di vocali lunghe e brevi, non si distinguono le sorde dalle sonore, le aspirate, la Lineare B mostra delle differenze solo in base alla dentali, ci sono annotazioni sulle liquide e le sibilanti a fine sillaba e della parola stessa (PA-SI-LEU-SE βασιλεύς), sono presenti anche dei dittonghi. Da notare che questo pronome è formato, nel singolare, dalla radice del pronome personale all'accusativo (ἐμ-, σε-/σ-, ἑ-) più le forme di αὐτός; al plurale, tranne quello della terza persona, i due pronomi sono indipendenti. modo di agire - condizione di superiorità o inferiorità: ἀδικέω, κακῶς ποιέω, κρατέω, νικάω. In greco ὁριστική [ἔγκλισις] (cfr. A ognuno di essi è associato un determinato aspetto verbale, o qualità dell'azione, in relazione alla sua durata o compiutezza. ), πόθεν (da dove?). Implicite: si esprimono col participio congiunto, a volte accompagnato da καίπερ, che concorda con il tempo verbale della reggente, poi con il genitivo assoluto e l'accusativo assoluto + infinito. Εἰ γὰρ ὤφελον, ὦ Κρίτων, οἷοί τ' εἶναι οἱ πολλοὶ τὰ μέγιστα κακὰ ἐργάζεσθαι, ἵνα οἷοί τ' ἦσαν καὶ ἀγαθὰ τὰ μέγιστα - "Magari", Critone, che", i più "fossero capaci" di fare i mali più grandi, affinché fossero poi anche capaci dei più grandi beni. Se due vocali di suoni diverso si incontrano vince la vocale con suono più cupo (il suono cupo -Ο- vince sul suono medio -Α- e chiaro -Ε- nella forma lunga ω). Periodo ipotetico dell'eventualità (II tipo): esprime l'eventualità nella protasi, e la realtà nell'apodosi: se l'eventualità riguarda un'azione da compiersi in futuro, sarà introdotta da ἐάν + congiuntivo presente o aoristo per i tempi storici, mentre l'apodosi ha l'indicativo futuro, oppure un imperativo presente. Se l'eventualità riguarda l'azione passata, la protasi è introdotta da εἰ + ottativo presente o aoristo, l'apodosi ha l'indicativo di un tempo storico (solitamente si preferisce l'imperfetto); si esprime l'azione iterata. verbo εὔχομαι). Gli ottativi aoristi, presenti e perfetti hanno valore aspettuale, il futuro invece è usato solo come obliquo, ha il valore temporale, ma nelle proposizioni subordinate enunciative dichiarative e interrogative indirette, l'ottativo obliquo può anche avere valore temporale, e ovviamente aspettuale. in alcune parole non si verifica la contrazione per l'antica presenza di un digamma Ϝ intervocalico che ha impedito l'incontro tra le vocali; in alcuni casi si è preferito seguire invece che la regola della contrazione, la legge dell'analogia con altre forme aventi il medesimo valore grammaticale. Se il soggetto dell'infinito è diverso da quello della principale, si pone in accusativo. ), Ottativo potenziale: è accompagnato da ἄν ed esprime la potenzialità dell'azione compiuta nel presente, benché si possa realizzare con vari tempi del verbo; la negazione dell'ottativo potenziale è οὐ. L'uso del presente o dell'aoristo non comporta infatti una differenza di tempo, bensì di, Con l'indicativo dei tempi storici: la particella esprime un'azione irreale, Οὐδ' ἂν αὐτὸς ἤθελον ἐν τοσαύτῃ τε ἀγρυπνίᾳ καὶ λύπῃ εἶναι: Nemmeno io /sottinteso "se fossi al tuo posto"/. Quando sono espresso con il participio, hanno valore comparativo ipotetico. I modi e i tempi dell'interrogativa indiretta sono gli stessi che si avrebbero, se la domanda fosse in modo diretto; se nella reggente c'è un tempo storico, si può avere l'ottativo obliquo al posto dell'indicativo e del congiuntivo dubitativo. Accusativo assoluto: costruito da un solo participio, nel caso accusativo, sostanzialmente riguarda il genere neutro, e ha come soggetto un infinito, e viene reso come proposizione concessiva, ma si possono rendere anche al gerundio: Κατακείμεθα, ὥσπερ ἐξὸν ἡσυχίαν (Siamo incerti, come se fosse lecito il fatto di starsene tranquilli). Interrogative: sono enunciative, esprimendo un fatto, o esprimere una volontà (per questo dette volitive), oppure porre una domanda (interrogative dirette). 9. Esempio - Εἴπωμεν ἢ σιγῶμεν; (Dobbiamo parlare o rimanere in silenzio?). 6 0 obj
L'alfabeto Milesio tuttavia presentava delle eccezioni per quanto riguardava la resa dello iota e del sigma: iota era Ϟ nella zona di Corinto, e alcune altre attestazioni la mostrano come Σ ossia il sigma maiuscolo dell'alfabeto greco, mentre per il sigma maiuscolo essi usarono il san /Μ/. Le due civiltà erano molto diverse, mentre a Cnosso si avevano palazzi principeschi, a Micene, come dimostra la rocca con la Porta Due Leoni, la cittadella era situata in cima a un promontorio per controllare la vallata. Nella forma negativa è preceduto da μή. Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. (�� Ci secoli a seguire, i Micenei superarono la civiltà di Cnosso, che decadde sempre di più, sino alla scomparsa nell'VIII secolo per catastrofi naturali e rivolgimenti sociali. Il participio è anche predicativo, del soggetto, dell'oggetto. Nell'articolo si osserva che le forme del duale femminile tendono ad essere sostituite dalle corrispondenti forme del maschile/neutro, che quindi si standardizzano come uniche forme di articolo duale. Il predicativo dell'oggetto invece si trova nelle categoria dei verbi d'affetto, dei dichiarativi, dei verba impediendi et recusandi e in quelli di percezione; il predicativo è retto dai reggenti, sono espressi in forma passiva; per l'espressione "sono consapevole di" può presentare il participio predicativo al nominativo o concordato col dativo del pronome riflessivo; per i verba dicendi et declarandi è di rilievo la costruzione tra la principale e l'infinitiva. Temporali implicite: si possono esprimere col participio congiunto, dal participio assoluto (solitamente si preferisce il genitivo assoluto), o da preposizioni con l'infinito sostantivato, che esprimono in base a specifiche particelle la contemporaneità (ἐν τῷ) e l'anteriorità (μετὰ τό), e la posteriorità (πρὸ τοῦ) rispetto alla proposizione principale. ); si usano anche avverbi interrogativi come πῶς (come? 1.2 Proposizioni relative proprie e improprie. ��T��`⼐ Il termine ἅλς (la distesa salata) è uno di questi, poi il termine πόντος (il mare visto come ponte da un luogo all'altro), e infine il θάλασσα, tutti termini che in un certo luogo hanno un preciso collegamento, dal punto di vista storico della fenomenologia migratoria, con gli indeuropei. Comparative implicite: si esprimono col participio congiunto o con l'assoluto preceduti da ὡς, oppure con ἀντί + infinito sostantivato. ), o ποῖος, -α, -ον (di quale natura? In tutto l'alfabeto greco si compose di 24 lettere, 17 consonanti, e 5 vocali. In posizione iniziale ha talvolta lasciato lo spirito aspro, ma spesso è caduto senza lasciare traccia: ϝεσπέρα > ἑσπέρα[1], ϝοῖνος > οἶνος[2]. In greco εὐκτική [ἔγκλισις] (cfr. Periodo ipotetico dell'irrealtà (IV tipo): l'ipotesi dell'azione si presenta come irreale rispetto a un fatto vero, sia presente che passato: la protasi è introdotta da εἰ + indicativo di un tempo storico, e così sarà pure l'apodosi con l'accompagnamento della particella ἄν, che come negazione οὐ. un! Dirette semplici: possono essere introdotte da aggettivi e pronomi interrogativi come τίς, τί (chi? L'infinito può avere anche valore esclamativo, iussivo (funzione di comando), desiderativo, di relazione e determinativo, qualificato qui da aggettivi, sostantivi. con verbi che significano "sembrare - apparire" (δοκέω, φαίνομαι, ἔοικα), esempio Δοκεῖ αὐτῷ σκηπτὸς πασχεῖν εἰς τὴν πατρῷαν οἰκίαν (gli sembra che un fulmina si abbatta sulla casa paterna - In questo caso naturalmente l'infinito concorda nel tempo con il verbo principale. La parlata micenea era del tipo "Egea" e non ancora greca come la si può definire. verbo μετέχω), ossia "che prende parte", perché è compartecipe sia dei verbi che dei sostantivi. Infine, il participio con la particella ἄν può avere valore modale, acquista la funzione dell'ottativo potenziale o dell'indicativo irreale. Ciò accadde anche dopo la conquista romana della Grecia, e l'occupazione da parte di Bisanzio, sino all'indipendenza ottenuta nel 1821-22 dall'impero ottomano, fu avvertita l'esigenza di restituire alla Grecia anche una lingua scritta oltre a quella parlata, appunto la δημοτική, e si sviluppò la cosiddetta καθαρεύουσα, una "lingua pura" artificiosamente ricostruita alla base dell'antica lingua dotta dell'antichità classica. La prova del "mare" dalla radice *mar, assente in greco, dato che inizialmente i popoli Greci furono assenti dal mare, dimostra come per questo termine, in greco ce ne siano molti di più. 10 0 obj
Sono rintracciabili, in alcuni nomi notevoli, relitti del locativo indoeuropeo, ancora presente in altre lingue antiche, e tuttora presente in molte lingue slave. Non tutti i sistemi temporali si coniugano in tutti i modi. Gruppo rosso (Eolia, Tessaglia, Beozia, Lesbo), che utilizzava Φ Χ Ψ col valore di "ph-ks-kh", mancava però il segno per "ps", generalmente espresso con ΦΣ. Si serve inoltre spesso dell'apofonia o gradazione vocalica per distinguere i temi temporali fra di loro. VERSIONI Versione 17 pagina 39 “Vecchi e giovani ascoltano la poesia in modo diverso ... L'apposizione. La sincope (συγκοπή) è la caduta di una vocale tra due consonanti in corpo di parola. L'infinito "sostantivato" può essere preceduto dall'articolo, e può essere declinato normalmente, il suoi soggetto e il suo predicato se espressi e diversi da quello della reggente, si trovano all'accusativo; se il soggetto è identico, esso non compare nell'infinito, ma i suoi attributi sono al nominativo. Le gutturali -κ- e -χ- davanti a -μ- si mutano in -γ-: Gutturale davanti a -σ- resta o diventa tenue e si fonde nella consonante doppia -ξ-: Labiale davanti a dentale di grado diverso si assimila assumendo il grado della dentale: Labiale davanti a -σ- resta o diventa tenue e si fonde nella consonante doppia -ψ-: Dentale davanti a dentale si assibila (cioè diventa sigma σ per dissimilazione): Dentale davanti a σ o κ cade senza lasciare traccia (eliminazione). Dopo l'invasione dorica, si costituirono vari gruppi di popoli. Questo participio si può rendere con un aggettivo, con un participio o con una relativa. In greco, come in latino, esiste il costrutto del doppio nominativo. La sua caduta ha dato luogo ad alcune modifiche fonetiche. L'apocope (ἀποκοπή) è la caduta della vocale finale breve davanti a parola che incomincia per consonante. Indirette: nella forma semplice sono introdotte dalla congiunzione εἰ (se) oppure da pronomi e aggettivi-avverbi interrogativi delle interrogative dirette; al posto di ποῖος o πότερος si trovano i correlativi indiretti ὁποῖος (di quale specie). A un certo punto tra il II e il IV secolo d.C. la distinzione tra acuto, grave e circonflesso scomparve e tutti e tre gli accenti vennero pronunciati come accento identico, generalmente ascoltati sulla stessa sillaba come l'accento pece nell'antico greco. La protesi (πρόθεσις) è il fenomeno per cui in certi casi, per ragioni di eufonia, viene aggiunto un suono vocalico o consonantico in principio di parola. con i verbi di "dire - dichiarare pensare" usati al passivo: ἤγγελται ἡ μάχη πάνυ ἰσχυρὰ γεγονέναι (è stato annunciato che la battaglia è stata molto accanita). Esempio - Κομίζοις ἂν σεαυτὸν ᾗ θέλεις (Potresti andartene dove desideri), Ottativo obliquo: si usa al posto del congiuntivo, nelle forme di imperfetto, piuccheperfetto, aoristo e presente storico; solitamente si mostra nelle proposizioni finali, volitive, temporali, interrogative indirette, nelle relative, nelle dichiarative introdotte da ὅτι e ὡς. La frase in greco antico ha la stessa struttura, almeno per le componenti del discorso, dell'italiano, è formata da un soggetto, un predicato, i complementi, gli articoli, gli avverbi e le particelle pronominali. Si ricordano le dichiarative esplicite-implicite, rette dai, Proposizioni completive: quelle rette dai, Completive volitive: se implicite si formano con l'accusativo + infinito, se in forma esplicita si realizzano con congiunzioni subordinanti e modi finiti; dipendono dai verbi di convenienza, dovere, necessità, poi verbi di volontà, esortazione, preghiera, ordine, impedimento, dai. ο+ῃ = οι (*δουλόῃς > δουλοῖς - II persona singolare attiva del presente ottativo, che è identica, insieme al resto della coniugazione, all'indicativo). Si usavano sillabo-grammi, ispirate alla labiovelare indeuropea, dove non si aveva ancora l'esito dentale o labiale. Essa, tuttavia, non coincide appieno con il dialetto attico puro. Il congiuntivo dubitativo deliberativo si trova nelle principali e nelle secondarie, esprime dubbio nel realizzare un'azione, si esprime con l'interrogativa, ed è espresso col presente o con l'aoristo. In casi però come a Paro e Taso, l'oméga venne usata per indicare la vocale chiusa, mentre la O grande per indicare l'aperta; ciò svanì quando venne adottato l'alfabeto attico. Quando hanno un rapporto di contemporaneità o posteriorità con la principale, esse sono espresse con l'indicativo (nel caso di negazione con οὐ anteposto) per indicare circostanze reali; con il congiuntivo + ἄν. Nella zona d'Oriente degli indoeuropei, per ricollegarsi alla comparazione della lingua, gli studiosi hanno provato a comparare certi termini, nelle cosiddette "prova della betulla e del mare", termini molto comuni e attestati in varie lingue, per dimostrare sia le differenze, che le affinità tra esse. Per differenziarlo nell'uso dall'aoristo, di cui nella koinè ellenistica del III secolo a.C. la confusione è assai evidente, i perfetti nella III plurale usarono la desinenza dell'aoristo, dall'altra parte alcuni perfetti stativi con il valore di presente furono considerati semplicemente dei presenti; e per rendere l'aspetto resultativo si ricorse a forme perifrastiche costituite da participio perfetto + il verbo εἰμι (nel congiuntivo e nell'ottativo). I popoli pre-greci, erano definiti "Achei" ossia Ἀχαιοί, dominavano Mileto e Rodi prima dei Dori; nei testi Ittiti sono riportati come AKIWAWAI. La Declinazione: nozioni preliminari. Se invece il -σ- è davanti a -μ- o -ν- esso cade con allungamento di compenso. La struttura della frase in italiano di solito ha l'ordine soggetto-verbo-complemento, in greco la costruzione si formula mettendo in primo piano la parola più importante dell'intera preposizione, dunque anche un verbo, un complemento, una particella, si tratta di un elemento chiave per la comprensione dell'intero discorso, ed anche per una corretta analisi logica della frase; spesso capita che il soggetto possa trovarsi alla fine della frase, oppure il verbo principale stesso, preceduto da un participio, o da un infinito. Le completive dei. coniugazione grammatica greco antico. 7ª lezione sullo studio del greco antico: introduzione alla Morfologia. La nominale più frequente è quella in cui è omesso il verbo essere alla III persona singolare dell'indicativo presente o imperfetto, esso è sottinteso quando ha valore di copula in frasi proverbiali, con aggettivi e sostantivi neutri. L'indicativo imperfetto può esprimere sia irrealtà nel presente che nel passato, mentre l'indicativo aoristo esprime generalmente irrealtà nel passato, Spesso, soprattutto nelle opere in metrica della letteratura, ma anche nella prosa greca, la particella ἄν si combina con ὅτε, dando luogo al termine ibrido ὅταν, Breve introduzione alla questione del sistema verbale greco antico, Grammatica della lingua greca per uso delle pubbliche scuole di Grecia, Formazione del perfetto e piuccheperfetto, Proposizione interrogativa in greco antico, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Grammatica_del_greco_antico&oldid=118350785, Collegamento interprogetto a Wikibooks presente ma assente su Wikidata, Voci con modulo citazione e parametro pagine, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo, nessuna desinenza, oppure = nominativo; nei neutri = nominativo, α+η = ᾱ (*σιγάητε - congiuntivo presente contratto II persona plurale, come sopra > σιγᾶτε), ε+α = η (*γένεα > γένη - Nominativo, accusativo e vocativo neutri plurali di γένος), η+α > η (*ἦα > ἦ forma contratta del presente imperfetto), α+ου > ω (*σιγάουσα > σιγῶσα - nominativo contratto del participio presente femminile di σιγάω), α+ω = ω (*σιγάωμεν > σιγῶμεν, come sopra, I persona plurale attiva del presente contratto di σιγάω, si attesta anche la forma normale prima indicata), ε+ω = ω (*κοσμέωμεν > κοσμῶμεν - stesse regole di sopra, è attestata anche la forma normale, non per forza contratta), ο+α = ω (*βελτίοσα > βελτίοα - caduta di sigma intervocalico > βελτίω), ω+ει > ω (*ῥιγώειν > ῥιγῶν, ει è vocale chiusa di timbro), ο+ει = ου (*δουλόειν > δουλοῦν - qui ει è una vocale lunga chiusa di timbro /e/ - la resa contratta è uguale al nominativo neutro del participio presente attivo), α+ᾳ = ᾳ (*μνάᾳ > μνᾷ dativo singolare contratto di μνᾶ 1° declinazione), α+ει = ᾳ (*σιγάεις > σιγᾷς II persona singolare attiva presente contratta di σιγάω), α+ῃ = ᾳ (*σιγάῃς > σιγᾷς stesso esito, solo che è la II singolare del congiuntivo presente), α+οι = ῳ (*σιγάοιμεν > σιγῷμεν - I persona plurale attiva del presente ottativo), ο+ει = οι (*δουλόεις > δουλοῖς - ει qui è un dittongo - contrazione della II persona singolare attiva del presente indicativo). verbo παρεμφαίνω). Le preposizioni improprie servono a formare soltanto i complementi, conservando inoltre la loro funzione avverbiale.. finale: il participio concorda col soggetto della principale, e ha valore finale. Materia: uso del genitivo semplice, a volte preceduto da ἐκ, ἀπό, oppure semplice aggettivo. In greco προστακτική [ἔγκλισις] (cfr. Il participio temporale può tradursi con un gerundio o una proposizione, il participio strumentale o di circostanza esprime un legame col verbo reggente, con un valore che non si può sempre tradurre al gerundio. Può avere la funzione nominale o verbale; come forma sostantivata, l'infinito esprime il concetto astratto dell'azione vista nella sua assolutezza, e per questo può anche essere preceduto dall'articolo. Per esemplificare la possibilità di esso di trovarsi sull'ultima, sulla penultima o sulla terz'ultima sillaba (nel caso dell'accento acuto/grave) studiamo tre parole: πόλεμος, la guerra; ποταμός, il fiume; παρθένος, la vergine. Il 1450-1370 a.C. fu il periodo d'oro di questa civiltà, che si andò espandendo nell'isola di Creta, con la sede del potere a Cnosso, ma anche in Grecia presso la civiltà micenea, che aveva la sede centrale a Micene, incontro politico e culturale avvenuto intorno al 1450 a.C.. Se i moderni linguisti dell'Ottocento da una parte si sono avvalsi delle grammatiche comparative, soprattutto per quanto riguarda la legge di Grimm e la legge di Verner, dall'altra si è visto che con alcune lingua quali il greco antico questo metodo non funziona sempre. Comparative ipotetiche: si paragonano circostanze immaginarie con quelle reali, sono introdotte da ὥσπερ oppure ἄν εἰ (come se) + ottativo se ci si trova in un periodo ipotetico della possibilità, o l'indicativo di un tempo storico se ci si trova in un periodo ipotetico dell'irrealtà. L'accusativo plurale esce sempre in -ᾱς, con alfa lungo anche se impuro. Con i nomi verbali: la particella in unione all'infinito o al participio, equivale in forma implicita ad ἄν + ottativo, e ad ἄν + indicativo di tempo storico, e rispettivamente esprime la potenzialità nel presente nel primo caso, nel secondo l'irrealtà: Λέγω σε ἂν ἁμαρτάνειν - Dico che tu sbaglieresti. 5 0 obj
Studiosi della lingua e della sintassi, il movimento degli studiosi si sviluppò durante l'epoca alessandrina, quando ad Alessandria d'Egitto si costituì la famosa biblioteca. Il modo ha valore aspettuale e non temporale, sia indipendente che dipendente, il presente assume aspetto durativo di un'azione in via di svolgimento, l'aoristo il valore puntuale, mentre il perfetto quello resultativo. che cosa? Uno sguardo d'insieme è fornito dal seguente specchio riassuntivo: Come nella flessione nominale, anche nella coniugazione dei verbi greci esistono tre numeri, singolare, duale e plurale. / in altri dialetti: -σσ-. Prima della conformazione a noi nota della Grecia antica, le attestazioni scritte più vicine all'indoeuropeo si hanno nella Civiltà micenea, da non confondere con quella minoica, attestata nell'Egeo. La funzione nominale avviene quando esso non è accompagnato da sostantivi, ed è preceduto dall'articolo, mantiene il suo valore verbale perché regge i casi voluti dal verbo che lo ha generato. 11 0 obj
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Il tragediografo Ecateo di Mileto ne La presa di Mileto aveva messo in bocca a re Danao l'invenzione dell'alfabeto moderno, il quale era stato re di Argo, ma anche della Libia, personaggio ripreso anche da Eschilo nelle Supplici. Nel dizionario italiano - greco antico puoi trovare frasi con traduzioni, esempi, pronuncia e immagini. Questi esiti sono di grande importanza per comprendere la trasformazione sia dei sostantivi nella declinazione, che gli esiti delle diverse coniugazioni dei tempi verbali, dato che esistono, anche in base al dialetto di pertinenza (si ricordino la declinazione attica, il futuro dorico, il futuro attico), chiari fenomeni di contrazione, per via dei processi storici di trasformazione del participio, o dell'incontro della vocale tematica del tema verbale + la desinenza, o dell'unione semplice, per i tempi storici quali l'aoristo III o il piuccheperfetto, con la semplice desinenza.