La prescrizione del credito relativo al compenso sostitutivo delle ferie non godute decorre in costanza del rapporto di lavoro ma, essendo relativa ad un credito di natura non retributiva ma risarcitoria, ha durata decennale. V, 29/11/2017, n.214. 7 della direttiva 2003/88/Ce deve essere interpretato nel senso che osta a disposizioni o a prassi nazionali secondo le quali un lavoratore non può riportare e, se del caso, cumulare, fino al momento in cui il suo rapporto di lavoro termina, i diritti alle ferie annuali retribuite non godute nell’arco di più periodi di riferimento consecutivi, a causa del rifiuto del datore di lavoro di retribuirle. I, 12/06/2014, n.118. Il diritto ai riposi settimanali e alle ferie è sancito dall’art. Qualora sia impossibile interpretare una normativa nazionale come quella discussa nel procedimento principale in modo da garantirne la conformità all’art. L’indennità sostitutiva delle ferie non godute ha una duplice natura, risarcitoria e retributiva. I, 19/06/2018, n.384. 01/02/2018 n. 2496). In caso di ferie non godute, l'indennità sostitutiva è soggetta a contribuzione decorsi 18 mesi dalla maturazione anche senza cessazione del rapporto di lavoro. 66/2003 stabilisce che il periodo di ferie di quattro settimane annue “non può essere sostituito dalla relativa indennità per ferie non godute, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro”. L’indennità sostitutiva delle ferie non fruite ha natura mista, avendo non solo carattere risarcitorio, in quanto volta a compensare il danno derivante dalla perdita di un bene determinato (il riposo, con recupero delle energie psicofisiche, la possibilità di meglio dedicarsi a relazioni familiari e sociali), ma anche retributivo, in quanto è connessa al sinallagma contrattuale e costituisce il corrispettivo dell’attività lavorativa resa in periodo che, pur essendo di per sé retribuito avrebbe dovuto essere non lavorato, in quanto destinato al godimento delle ferie annuali. Viceversa, la natura retributiva dell’indennità assume rilievo allorquando debba valutarsene l’incidenza sul trattamento di fine rapporto o su ogni altro aspetto di natura esclusivamente retributiva, come ad esempio il calcolo degli accessori di legge o sul trattamento contributivo. Ciò detto, per l’indennità di ferie non godute e l’indennità di permessi non goduti trova applicazione il termine di prescrizione decennale, applicandosi il termine breve quinquennale per tutte le altre voci aventi esclusiva natura retributiva. Un dipendente può terminare il proprio rapporto di lavoro e avere delle ferie accumulate. 4-bis) che “Fino al termine stabilito ai sensi del comma 1 (cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, ovvero fino ad una ln virtù dell’art. Ciò perché le ferie sono state maturate ma il lavoratore, per via del collocamento in pensione, non è stato in grado di usufruirne in misura piena prima della fine del rapporto, con la precisazione che non può riversarsi sull’interessato l’onere di chiedere la postergazione del già decretato stato di quiescenza. Angelo Greco e iscritta presso il Tribunale di Cosenza, N.G.R 243/2016 - N.R. Corte giustizia UE sez. Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato. Corte giustizia UE sez. Corte di Cassazione, sentenza 13613/2020. 12 della l. n. 153 del 1969, sia perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo e gode della garanzia prestata dall’art. lav., 21/04/2020, n.7976. Normativa, esempi di calcolo delle ferie per colf e badanti nel contratto di lavoro domestico aggiornato al 2018 1) IL CALCOLO DEI GIORNI DI FERIE … Tribunale Teramo sez. Pertanto, il datore di lavoro deve versare i contributi Inps sulle ferie non godute, seppure il rapporto di lavoro risulti ancora in corso. Le ferie, comunque, non godute devono essere differite in applicazione del divieto di monetizzazione. Al fine di escludere il diritto del lavoratore all’indennità sostitutiva per le ferie non godute è necessario che il datore di lavoro dimostri di avere offerto un adeguato tempo per il godimento delle ferie, di cui il lavoratore non abbia usufruito, venendo ad incorrere, così, nella “mora del creditore” (cfr. Non le può smaltire, perché gli manca il tempo necessario: il pagamento delle ferie non godute gli è dovuto. La Corte di Cassazione si è espressa riguardo alla monetizzazione delle ferie in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Il legislatore ha inoltre previsto che la norma de quo si applichi anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e raggiungimento del limite di età. Il termine di prescrizione per ottenere l’indennità sostitutiva, nel caso di ferie non godute durante il servizio, decorre dalla risoluzione del rapporto di lavoro (Tribunale di Bari dell’08.03. Ferie non godute: cosa sono Le ferie rappresentano un diritto irrinunciabile sancito dall’articolo 36 della Costituzione Italiana. Il dipendente pubblico che si assenta per causa di malattia, non potendo per ciò fruire del periodo di ferie annuali, ha diritto, al momento della cessazione del rapporto di lavoro, alla percezione dell’indennità per ferie non godute (nella specie, la Corte ha dedotto la conseguente illegittimità, per contrasto con norme imperative, delle disposizioni del c.c.n.l. L’art. 31, par. | Codice Univoco: M5UXCR1 | IBAN: IT 07 G 02008 16202 000102945845 - Swift UNCRITM1590, Supporto legale 100% online per avviare e gestire la tua attività, Questo sito contribuisce alla audience di, Richiedi una consulenza ai nostri professionisti. Dal mancato godimento delle ferie, una volta divenuto impossibile per l'imprenditore adempiere all'obbligazione di consentire la loro fruizione, anche senza sua colpa deriva il diritto del lavoratore al pagamento dell'indennità sostitutiva, che ha natura retributiva, in quanto rappresenta la corresponsione, a norma degli artt. L’art. L’indennità sostitutiva delle ferie non godute ha dunque natura mista, sia risarcitoria sia retributiva, e si prescrive non nel termine quinquennale previsto ex art 2948 cc, in forza di un'indennità spettante per la cessazione del rapporto L’articolo 7 della Direttiva 2003/88, prevede che: 1. lav., 08/01/2019, n.417. 7 par. a favore delle prestazioni effettuate con violazione di norme poste a tutela del lavoratore sia perché un eventuale suo concorrente profilo risarcitorio – oggi pur escluso dal sopravvenuto art. Il datore di lavoro è tenuto a pagare al dipendente le ferie non godute se non fornisce la prova di averlo messo effettivamente in condizione di fruire delle giornate a cui aveva diritto, avvisandolo per tempo e con trasparenza che le avrebbe perdute se non le avesse sfruttate entro lo scadere del periodo di riferimento o di un periodo di riporto autorizzato. Per quanto riguarda le ferie non godute può ben essere il Ccnl a prevederlo; quanto, invece, all’indennità di mancato preavviso quest’ultima non dipende più dal rapporto di lavoro oggetto del Tfr. civ., sez. I, 13/06/2019, n.535. Alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea in ordine all’interpretazione della Direttiva n. 2003/88/CE e al suo recepimento da parte degli Ordinamenti interni, rilevato come il legislatore comunitario, nel prevedere comunque l’erogazione dell’indennità dovuta per ferie non godute alla cessazione del rapporto lavorativo, abbia considerato del tutto irrilevante il motivo per cui il rapporto di lavoro si sia risolto, all’Amministrazione pubblica interna non è concesso privare il lavoratore delle ferie non godute e, pertanto, anche qualora il rapporto di lavoro cessi a causa della domanda di pensionamento, al lavoratore spetterà la relativa indennità per ferie annuali non godute, in quanto le ferie sono state maturate ma il lavoratore, per via del collocamento in pensione, non è stato in grado di usufruirne in misura piena prima della fine del rapporto, non potendosi peraltro riversarsi sull’interessato l’onere di chiedere all’amministrazione la postergazione del già decretato stato di quiescenza, dovendo essere semmai l’amministrazione che, a fronte di una richiesta di fruizione del congedo ordinario presentata in limine dal dipendente volontario dimissionario, decide di prorogare d’ufficio la decorrenza del collocamento in quiescenza, onde consentire al lavoratore di godere del congedo ordinario quale diritto inviolabile del medesimo. Il dubbio deriva dai limiti imposti dall’articolo 2109 del Codice Civile, il quale stabilisce la fruizione delle 4 settimane di ferie minime nelle seguenti modalità: 2017). T.A.R. Il relativo termine di prescrizione è decennale poiché diversamente si perverrebbe alla conclusione che la tutela del bene della vita alla quale l’indennità sostitutiva delle ferie è principalmente finalizzata, cioè il ristoro delle energie psico-fisiche, subirebbe in sede di esercizio dell’azione risarcitoria un’inevitabile limitazione. Al fine di escludere il diritto del lavoratore all’indennità sostitutiva per le ferie non godute è necessario che il datore di lavoro dimostri di avere offerto un adeguato tempo per il godimento delle ferie, di cui il lavoratore non abbia usufruito, venendo ad incorrere, così, nella “mora del creditore” (cfr. In questi casi, quindi, non essendo più possibile che il lavoratore usufruisca delle ferie non godute, il datore di lavoro è obbligato a compensare il lavoratore retribuendolo dei giorni mancanti. Non è applicabile il termine di prescrizione quinquennale con riguardo al diritto al trattamento economico sostitutivo delle ferie non godute, proprio in quanto sostitutivo del diritto, contrattualmente spettante alle ferie non godute, non può non avere la medesima natura di tale diritto, con la conseguenza che la mancata corresponsione delle somme a tale titolo spettante si correla direttamente ad un inadempimento contrattuale del datore di lavoro, come tale soggetto alla prescrizione ordinaria decennale di cui all’art. La Legge per Tutti Srl - Sede Legale Via Francesco de Francesco, 1 - 87100 COSENZA | CF/P.IVA 03285950782 | Numero Rea CS-224487 | Capitale Sociale € 70.000 i.v. A differenza delle ferie, dunque, che vengono pagate solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro i permessi non goduti sono monetizzabili. "La Legge per Tutti" è una testata giornalistica fondata dall'avv. Tribunale Milano sez. Ferie non godute per malattia, sono monetizzabili: il Tar Sardegna con la sentenza n. 211/2019 si pronuncia in maniera incisiva sulla materia. Perugia, (Umbria) sez. Il diritto alla corresponsione del compenso sostitutivo per ferie non godute si prescrive in cinque anni (art. Leggi anche “Ferie non godute: obbligo di pagamento dei contributi Inps. del comparto scuola che escludono la corresponsione dell’equivalente economico di ferie non godute al momento dell’estinzione del rapporto di lavoro, salva l’ipotesi in cui la mancata fruizione dipenda da documentate esigenze di servizio). 2 della direttiva 2003/88 e l’art. Sul datore di lavoro incomberà l’onere di provare di aver adeguatamente informato il lavoratore di poter usufruire dei giorni maturati; i giudici sottolineano come il lavoratore non potrà, però, deliberatamente rifiutarsi di usufruire delle proprie ferie solo al fine di ottenere una somma maggiore, al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Se il Ccnl, o il contratto individuale, … Tuttavia, le ferie hanno la funzione di tutelare la salute psicofisica di un individuo e la loro mancata fruizione può creare un danno , con diritto del lavoratore di agire in giudizio per il suo risarcimento. Cass. lav., 20/09/2018, n.3231. L’indennità di mancato godimento delle ferie è riconosciuta solo in caso di cessazione del rapporto di lavoro. Cassazione civile sez. 36 della Costituzione e regolato dal codice civile e dal DLgs. La questione di cui si è occupata la Suprema Corte attiene alla assoggettabilità a contribuzione previdenziale dell’importo corrispondente alla indennità per ferie non godute dal lavoratore, anche se non corrisposta, allorché siano decorsi i diciotto mesi successivi al momento di maturazione delle dette ferie ed il rapporto di lavoro non sia cessato. Nondimeno, il carattere sussidiario ed eventuale dell’equivalente pecuniario, spettante solo quando sia rimasto insoddisfatto il diritto principale al congedo, esclude che l’obbligo di pagamento relativo al compenso sostitutivo abbia un carattere periodico, nel senso e per gli effetti previsti dall’art. Quindi, il datore di lavoro è obbligato a versare i contributi previdenziali sulle ferie non godute, anche se il rapporto di lavoro è ancora in corso. Il Legislatore, comprimendo un eventuale atto volontario di rinuncia ritenuto iniquo, ha offerto al lavoratore un diritto indisponibile circa le 4 settimane di ferie minime, previste ex lege (D.Lgs. lav., 07/01/2019, n.843. T.A.R. III, 18/03/2013, n.608. 2126 c.c. Cessazione del rapporto di lavoro Un dipendente può terminare il proprio rapporto di lavoro e avere delle ferie accumulate. L’art. 12, costituendo essa comunque un’attribuzione patrimoniale riconosciuta a favore del lavoratore in dipendenza del rapporto di lavoro e non essendo ricompresa nella elencazione tassativa delle erogazioni escluse dalla contribuzione. 7 della direttiva 2003/88/Ce del parlamento europeo e del consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro, e l’art. V, 02/09/2013, n.4142. T.A.R. Semmai avrebbe dovuto essere la stessa Amministrazione a prorogare d’ufficio la decorrenza del collocamento in quiescenza, per consentire al ricorrente di godere del congedo ordinario quale diritto inviolabile del lavoratore. L’indennità sostitutiva di ferie non godute è assoggettabile a contribuzione previdenziale a norma dell’art. Napoli, (Campania) sez. lav., 09/01/2019, n.126. Stampa 1/2016. n. 66/2003, costituisce base contributiva imponibile a prescindere dalla cessazione del rapporto di lavoro. Il fatto costitutivo del diritto alla indennità sostitutiva di ferie non godute azionato dal lavoratore deve essere da questi provato e, più precisamente, sotto l’aspetto positivo dell’avvenuta prestazione di attività lavorativa nel periodo che avrebbe dovuto, invece, essere di riposo. Piemonte Inoltre la “criticità” sopra indicata è correlata con il divieto assoluto, che vige nella PA, di monetizzazione delle ferie, anche in caso di cessazione del rapporto di lavoro per mobilità, dimissioni, risoluzione, pensionamento e Il periodo di ferie previsto annuali previsto per tutti i lavoratori dalla normativa e quantificato dal codice civile in quattro settimane, non può essere sostituito da alcuna indennità, salvo il caso di risoluzione del rapporto di lavoro. 2946 c.c. Il trattamento di fine rapporto, la 13esima maturata e le ferie non godute dovrebbero essere pagate insieme all'ultima mensilità e quindi entro il normale giorno di paga del mese successivo alla cessazione con un unico cedolino, normalmente il 10 o il 15 del mese. Le ferie non godute non si perdono e possono essere fruite dal lavoratore anche una volta decorsi i termini di legge. 7 della direttiva 2003/88/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 novembre 2003, concernente taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro, deve essere interpretato nel senso che osta a legislazioni o prassi nazionali, quali quelle di cui trattasi nel procedimento principale, che prevedono che il diritto alle ferie annuali retribuite si estingue senza dare diritto ad un’indennità finanziaria a titolo delle ferie non godute, quando il rapporto di lavoro termina per decesso del lavoratore. III, 20/05/2013, n.2699. Va riconosciuta natura retributiva e non occasionale all’indennità per ferie e festività non godute corrisposta alla cessazione del rapporto. Le stesse considerazioni valgono per l’indennità sostitutiva dei permessi non goduti (tanto per i permessi sostituivi delle festività soppresse, quanto per i ROL), con conseguente riconoscimento della loro duplice natura e, per quel che qui interessa, della rilevanza ai fini prescrizionali di quella risarcitoria. In caso di cessazione del rap porto di lavoro su richiesta del di pendente questo ha comunque di ritto a un’indennità per le ferie non godute. I giudici della Corte di Cassazione spiegano che, nel caso di cessazione del rapporto di lavoro, il lavoratore non ha più la possibilità di fruire delle ferie maturate, e, quindi, si consolida il principio secondo il quale l’indennità sostitutiva delle ferie non godute è assoggettabile alla contribuzione INPS. 12 della l. n. 153 del 1969, sia perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo e gode della garanzia prestata dall’art. L’art. Nel caso in cui il rapporto di lavoro sia cessato a causa della domanda di pensionamento, al lavoratore spetta la relativa indennità per ferie annuali non godute. Se continui ad utilizzarlo acconsenti all'utilizzo degli stessi. In materia di indennità sostitutiva delle ferie non godute, laddove sia decorso il termine previsto dall’art. VI, 09/03/2017, n.6115. 10, D.LGS. 2126 c.c. Bisogna precisare che i documenti appena descritti devono avere una data certa per essere considerati validi. L’Aquila, (Abruzzo) sez. Spetta un'indennità al termine del rapporto . Tali In materia di indennità sostitutiva delle ferie non godute, laddove sia decorso il termine previsto dall’art. Essendo però il godimento delle ferie, come detto, un obbligo contrattuale del datore di lavoro, resta onere dello stesso dimostrare di aver offerto un congruo e preciso periodo di godimento e dimostrare, altresì che il lavoratore abbia deciso di sua volontà di non esercitare tale diritto. Le ferie maturate e non godute per esigenze di servizio sono monetizzabili solo all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, nei limiti delle vigenti norme di … Quanto all’onere della prova la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro Civile, con la sentenza del 26 gennaio 2017, n. 2000, in commento su Punto di Diritto in: «Dirigenti sanità e ferie non godute: alla cessazione del rapporto va Per la Cassazione, invece, quando il rapporto di lavoro è concluso e, quindi, il lavoratore non può godere in altro modo delle ferie maturate, il datore è obbligato a pagare una indennità per le ferie non godute. T.A.R. Il pagamento dei permessi non goduti entro il 30 giugno avviene secondo il livello di retribuzione previsto … Corte giustizia UE sez. 36 Cost., il diritto al compenso sostitutivo delle ferie non godute dal dipendente pubblico, nel caso in cui risulti accertato che ciò non sia stato determinato dalla volontà del lavoratore e non sia a lui comunque imputabile, discende direttamente proprio dal mancato godimento delle ferie, anche in mancanza di una norma espressa che preveda la relativa indennità. ), nel periodo di sospensione verificatosi a seguito del licenziamento illegittimo, posto che la sospensione del rapporto sia pur per fatto illegittimo del datore di lavoro, facendo venire meno la prestazione lavorativa, esclude l’esigenza di recupero delle energie psicofisiche che il diritto alle ferie è inteso a soddisfare. Cassazione civile sez. Il compenso per ferie non godute è dovuto, anche a prescindere dall’insussistenza di un’espressa previsione normativa, in forza del carattere indisponibile del diritto al riposo, da cui discende l’obbligo dell’amministrazione di remunerare le prestazioni lavorative rese dal dipendente nel periodo in cui lo stesso sarebbe dovuto essere assente dal servizio. È irrilevante, infatti, che l’indennità possa essere monetizzata solo alla cessazione del rapporto di lavoro. Bologna, (Emilia-Romagna) sez. Tenuto conto del fatto che in merito alla assoggettabilità ad imposizione contributiva dell’indennità in esame si è già statuito (Cass. Sentenza Corte di Cassazione Sezione Civile, Lavoro, 10 gennaio 2019, n. 451 . n. 11262 del 10.5.2010) che “L’indennità sostitutiva di ferie non godute è assoggettabile a Fra le competenze che presuppongono l’effettività della prestazione la giurisprudenza annovera anche l’indennità sostitutiva delle ferie non godute considerando che la fruizione delle ferie è intesa al recupero delle energie psicofisiche profuse nell’attività lavorativa, con la conseguenza che tale diritto è strettamente collegato all’attività di servizio e non è configurabile quando tale attività sia mancata, sia pure per fatto dell’amministrazione. n. 66 del 2003, come modificato dal d.lgs. In tema di licenziamento illegittimo, l’attribuzione al lavoratore delle retribuzioni non percepite dalla data di intimazione del licenziamento a quella di effettiva reintegrazione nel posto di lavoro non comprende l’indennità sostitutiva delle ferie non godute attesa la natura risarcitoria e non retributiva, l’indennità di mensa, non avente natura retributiva in quanto servizio sociale dell’impresa predisposto nei confronti della generalità dei lavoratori, salvo diversa qualificazione contrattuale collettiva, né i permessi per riduzione mensile dell’orario di lavoro (r.o.l. (Nel caso di specie, essendo il rapporto di lavoro cessato per morte del lavoratore e, dunque, non essendo più possibile beneficiare delle ferie maturate in corso di rapporto, queste non possono essere che monetizzate in favore degli eredi, non potendo rinvenirsi, nel caso concreto, alcuna offerta del datore di godere del periodo di ferie alla quale il lavoratore abbia opposto rifiuto). Sarà il datore di lavoro a fornire la prova del relativo pagamento. Ciò, quindi, comporta che l’azienda non può obbligare il dipendente a fare le ferie, o meglio, tutte le ferie, seguendo solamente le esigenze aziendali. Roma, (Lazio) sez. Un lavoratore illegittimamente licenziato e successivamente reintegrato nel suo posto di lavoro, a seguito dell’annullamento del suo licenziamento mediante una decisione giudiziaria, ha diritto alle ferie annuali retribuite per il periodo compreso tra la data del licenziamento e la data della sua reintegrazione nel posto di lavoro, oppure, alla cessazione del suo rapporto di lavoro, a un’indennità sostitutiva di tali ferie non godute.